Roma 9 Maggio 2008 -

Ministero di Giustizia - Manifestazione dei Verbalizzatori
DOCUMENTO PRESENTATO AL MINISTERO
Cittadini italiani tutti, probabilmente termini quali “verbalizzatori, stenotipisti, trascrittori, fonici” significano poco o nulla per molti, ma nella realtà descrivono figure importanti nello scenario della Giustizia praticata nei Tribunali italiani. Agli inizi degli anni 90, a garanzia del cittadino, venne introdotta nel processo penale la resocontazione integrale del dibattimento, ovvero le udienze dovevano essere registrate (con registratori che col tempo si sono evoluti da analogico a digitale), poi riascoltate, trascritte, riviste, stampate e impaginate, cosicché il prodotto finale entrava quale parte integrante del fascicolo del dibattimento. In alternativa, sempre rispettando il principio dell’integralità del parlato, la ripresa avveniva per mezzo di sistemi stenotipici che altro non sono che una forma di stenografia computerizzata. Tutto questo per la imprescindibile necessità di non stravolgere il senso delle testimonianze, come invece poteva avvenire con la verbalizzazione riassuntiva e manuale che evidentemente non poteva rispettare i tempi del parlato. In questi ultimi sedici anni da questa concreta necessità sono nate tante realtà locali, con operatori di professionalità molto avanzata, con profonda conoscenza lessicale e dei dialetti del territorio, tanto da poter parlare federalismo della resocontazione, piccole realtà forse, ma attive, elastiche, capaci di sostenere orari non preventivamente determinabili per consegnare i verbali nei 3 giorni previsti dal contratto. Tutto senza che mai avvenisse un riconoscimento ufficiale delle qualifiche professionali. Ancora oggi questi tecnici altamente specializzati sono inquadrati in modo vario e fantasioso, addirittura come metalmeccanici! Malgrado ciò le ditte del settore non hanno creato problemi al suo committente Ministero di Giustizia, hanno lavorato con passione e generosità, benché i contratti non abbiano mai previsto incrementi economici per il lavoro serale, notturno, festivo che spessissimo si è reso necessario per il rispetto della tempistica. Il tutto è stato reso possibile, in larga misura, proprio da strutture piccole e agili, ben radicate sul territorio, in grado di rispondere con efficacia alla esigenze del servizio mettendo in campo il valore insostituibile della professionalità. Tutto questo fino a quando nel 2005 qualcuno ha deciso di procedere a quella che poi è diventata una tra le più grosse sconfitte di tutto il sistema Giustizia Italiano: una gara nazionale per il servizio di verbalizzazione. Allora i piccoli, e anche i più grandi, indotti da richieste di caratteristiche economiche impossibili da raggiungere in un settore così di nicchia, si sono precipitati a creare consorzi e cooperative, a trovare partner con fatturati milionari, sono stati introdotti nuovi termini: “portale”, “fenix media”, “File finalizzato”, “text media” in linea con il linguaggio informatico, ma non certo con quello giudiziario… La gara è stata indetta in periodo di regola dedicato al riposo, il 17 agosto 2005, e allora tutti con ansia a formare entità che potessero coprire l’intero stivale. Utopia iniziale e conseguente disastro, lo hanno dimostrato, e lo dimostrano ancora, i fatti. Le nuove modalità nazionali si concretizzano comunque il 16 novembre 2006, lasciando a spasso la metà di tutti gli operatori italiani, perché è ovvio, dove ci sono vincitori ci sono anche gli sconfitti e gli sconfitti in questo caso sono proprio i più piccoli, i professionisti in proprio, quelli che non avrebbero mai potuto superare la scoglio economico della quota associativa, molto elevata, imposta dal raggruppamento temporaneo di impresa risultato poi vincitore dell’appalto. Lo Stato Italiano indice quindi questa gara con una base d’asta che rispecchia la spesa dell’anno in corso, ma la gara è al ribasso e viene vinta con un 30% in meno. Lo stato in due anni ha risparmiato 20.000.0000 di euro, però ha dovuto pagare assegni di disoccupazione a dipendenti licenziati, spese giudiziarie per reiterati rinvii dei processi (pagamento per nuove notifiche e viaggi dei testimoni, straordinari dei cancellieri, tempo lavoro di personale retribuito senza che si raggiungesse la fine del dibattimento nei tempi previsti, ecc. ecc.), interrogatori pagati due volte perché assegnati anche sotto forma di perizia per ovviare alla mancata consegna nei tempi. Dove sta il risparmio? E poi uno stato che pensa di risparmiare su due cose importanti del cittadino quali salute e giustizia, che stato è? E questo risparmio cosa ha comportato? In gara si sono ritrovati due gruppi e ciascuno rispecchiava grosso modo il 50% del territorio, nessuno dei due gruppi poteva vantare la copertura nazionale, e chiaro che se operi in 50 per coprire il 100, diventa fatale accumulare ritardi su ritardi, poi errori per mancanza del tempo da dedicare alla revisione dei testi, e poi e poi… è stata una valanga. A gara vinta si è scoperto come, per coprire i buchi, ci si sia accontentati di personale declassato: i verbalizzatori, i fonici, i trascrittori, gli stenotipisti erano assimilabili, dopo un mese di contratto, a studenti universitari con lavoretti part-time, ad anonimi che lavoravano a casa loro, che trattavano materia tanto delicata come quella processuale, senza controlli sulla loro adeguatezza a rendere tale servizio, persone senza cognizione di cosa stessero scrivendo. Udienze intere rinviate per mancanza del verbale trascritto; processi in prescrizione e quindi detenuti in libertà; personale sottopagato a causa del budget insufficiente; tanti professionisti e tante ditte locali messe fuori gioco, dopo dieci—quindici anni di inappellabile servizio; persone monoreddito in mezzo ad una strada senza lavoro e senza prospettive. Oggi siamo qui insieme uniti, una piccola rappresentanza dei forse 1500—2000 operatori del settore. Oggi vogliamo chiedere al Ministero di fare un passo indietro, di ritornare a gare locali o almeno distrettuali (Competenza di Corti di Appello) di dare un giusto ruolo a verbalizzatori, fonici, trascrittori, stenotipisti, il ruolo che compete loro. Non chiediamo una sistemazione statale, ma dignità, lavoro per tutti perché ce n’è veramente per tutti, sia per chi attualmente porta avanti con milioni di difficoltà il contratto e sia per chi si è trovato fuori gioco. Con questo sistema di appalto hanno perso tutti, sia vincitori della gara (Astrea—Lutech) e sia perdenti della gara (Scripta). E’ tempo di dialogare. Al Covit che oggi appoggia questa manifestazione preme sottolineare come avesse fin dall’inizio espresso un netto parere negativo rispetto alla fattibilità del servizio attuato secondo le modalità espresse dalla gara nazionale. “Processi rinviati per assenza del fonico, rischio di scadenza dei termini di custodia cautelare a causa di mancata assistenza fonica delle udienze preliminari, rifiuto di assistenza tecnica alla registrazione di interrogatori in carcere, produzione di trascrizioni infedeli e incomplete, violazione dei più elementari criteri di riservatezza attraverso la rete informatica, ritardi sistematici nel deposito delle trascrizioni: questo ed altro si è andato creando nelle aule dei Tribunali dopo il 16 novembre 2006”. Da allora Co.Vit in più sedi ha sottolineato con forza il rischio, non remoto, che si creasse una sorta di monopolizzazione del servizio di trascrizione eliminando di fatto dal mercato aziende tuttora operanti, pur se a ranghi ridotti. Il Covit vuole sottolineare in tutto questa storia ha come scopo primario la tutelare delle aziende e dei professionisti aderenti, ai quali di contro viene richiesto di garantire professionalità, rispetto per la privacy e tempestività nella consegna dei dati, elementi primari e cardine nel servizio di verbalizzazione giudiziaria. Ed intende comunicare che le aziende che fino al 15 novembre 2006 operavano ed hanno operato sempre e comunque nel rispetto dei contratti - confermandosi serie, puntuali, precise sono pronte a coprire i servizi che i presidenti dei Tribunali o delle Corti d’Appello volessero loro affidare nella forma contrattuale che venisse ritenuta più opportuna e nel rispetto degli indirizzi che il Ministero darà alle Corti d’Appello ovvero ai Tribunali.
Nessun post.
Nessun post.